17 dicembre 2008

Questi esseri mitologici, mezzi uomini e mezzi pirla...

Soggetto inquisito: Trenitalia, di Repubblica Italiana e qualcun altro




Sono dell'opinione che basterebbe poco per rendere questo mondo vivibile, giusto che ognuno mettesse un po' di buona volontà.
Il problema è che la gente non ce ne mette granché, anzi di norma ha l'abitudine atavica di rompere i coglioni.

Se tu, poi, sei tranquilla e pacifica e ti fai i cazzi tuoi, le probabilità di incappare in un rompicoglioni sono esponenzialmente più alte.
Se sei tranquilla e pacifica, ti fai i cazzi tuoi e devi prendere il treno, le probabilità di incappare in un rompicoglioni equivalgono a quelle di non farsi cagare in testa dai piccioni in Piazza San Marco. Non per altro i rompicoglioni sono detti anche cagacazzo: la parentela con il dissenterico pennuto è ben nota.

Ora vorrei chiarire un punto che, a quanto pare, per molti dipendenti delle Ferrovie dello Stato è oscuro: la gente non si diverte a prendere il treno.
Non è che il martedì mattina, alle 7, si sveglia e, tutta giuliva, pensa: "Non ho proprio un cazzo da fare, quasi quasi mi prendo il treno! Massì, facciamoci un giro in quei meravigliosi vagoni, tanto ne ho di soldi da buttare!"
Detto in termini meno aulici: i treni ci fanno cagarissimo, li prendiamo solo perché siamo obbligati da forze di causa maggiore - tipo frequentare un'università per prendere una laurea che si spera che un giorno ci permetta di trovare un lavoro, per il quale dovremo fare i pendolari altri 40 anni, e infine prendere il treno per andare a trovare i nipotini a Canicatì.

Se potessimo, spaccheremmo i vagoni a colpi di mazza da baseball, daremmo fuoco ai sedili e ci faremmo impiantare denti d'acciaio per poter scardinare le porte a morsi.
Ma non in quanto treni, eh... perché non sono i treni che odiamo, no: io credo nei treni, è che odio Trenitalia.
Ecco, l'ho detto: odio Trenitalia. Odio chi gestisce i nostri soldi come se fossero le banconote di Monopoli. Odio chi ha fatto in modo che i costi aumentassero mentre i servizi degeneravano. Odio chi,
tramite abbonamenti a mezzi fatiscenti, ogni dannato mese dissangua migliaia di famiglie che sono obbligate a viaggiare.
E non vedo la necessità di scendere in agghiaccianti dettagli: l'Italia è fatta di pendolari, sappiamo tutti con cosa abbiamo a che fare.


Sentenza: Non Pervenuta, ovvero si salvi chi può!

5 dicembre 2008

E due sorti si mescolano, si confondono e precipitano.

Soggetto inquisito: Lolita, di Vladimir Nabokov




Il libro porta il suo nome. La narrazione inizia e finisce con la stessa parola: Lolita.
Ma chi è Lolita? Dico, oggettivamente. Perché Lolita non è, Lolita appare. È dipinta dalle parole di Humbert, che ne fa l'oggetto e soggetto della storia, ma non ne è la protagonista. Ogni cosa, ogni azione, ogni situazione, ogni sentimento... tutto è filtrato da lui, dunque è Humbert stesso il protagonista.
Lui è l'artista rossettiano consumato dall'ossessione, Lolita è la musa che, come Leanan Sidhe, succhia la sua vita in cambio dell'ispirazione. Con l'unica differenza che Dolore Haze non è una creatura sovrannaturale, ma una ragazzina pubescente come tante. Ma Humbert, ultimo fra i dandy, alla perpetua ricerca della sua donna fatale, si convince di averla trovata in lei e la trascina in un personale inferno di morbosità, struggendosi al contempo perché sa che il suo amore non sarà mai ricambiato.

È delizioso perdersi nell'onomastica, già cara allo stesso Nabokov:
Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Dolores ha un significato inequivolcabile e quasi preveggente. Dolly evoca la caratteristica di bambola, di giocattolo bellissimo e vuoto, che Humbert crede di possedere. E Lolita, che suona così simile a Lilith, il demone femminile per eccellenza, condannata ad essere ciò che è per la sua stessa, involontaria natura.
Ma la ninfetta cresce, non resta per sempre la bambola di cui Humbert si era a suo tempo infatuato, ed è allora che scopriamo la vera Lolita, o almeno un suo barlume. E scopriamo anche, inaspettatamente, che Humbert ne è davvero innamorato, benché sempre nel suo personalissimo modo anomalo e perverso... innamorato fino a condannare sé stesso per lei.

Lolita è questo ed altro ancora. Potrei perdere giorni e notti a scrivere di questo libro cercando invano di trasmettere le sensazioni che mi suscita... per altro inutilmente, perché questa è una di quelle opere che necessita di essere assimilata e interpretata da soli.
Quindi vi lascio con
l'ultima frase dell'incipit, la citazione che ritengo più accattivante:
Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiano i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali. Guardate questo intrico di spine.



Sentenza: 10, ovvero questo è ciò che chiamo un Capolavoro, e la "C" maiuscola è assolutamente scontata

27 novembre 2008

Il fatto è che ce ne sono altri 3!

Soggetto inquisito: Twilight (e due..), di Catherine Hardwicke




"Quando puoi vivere per sempre, per cosa vivi davvero?"

Un rivoltante 80% dei miei contatti msn ha questa frase accanto al nome.
E vi confesso che inizio ad avere paura della gente che frequento.
Ma comunque, dopo essermi imbattuta in diverse opere porno e fake, ho finalmente trovato il film giusto e in lingua originale.

Vi dirò che...mi è piaciuto.
Davvero eh.

Cioè, dite la verità.
L'avete letto il libro?

E allora perchè vi stupite?!
Faceva schifo...e il film mica poteva vincere la Palma d'oro a Cannes eh!

E' un simpatico filmetto per ragazzine in tempesta ormonale!

Da dove cominciare...dunque.
Bella, è chiaramente una ragazza in sindrome premestruale.
Bianca come il muro, che non si regge ritta manco a pregarla, così gentile e ben disposta con la gente, che una sprangata nei denti non gliela leva nessuno.
Con un'unica espressione dipinta sul volto (che nella migliore delle ipotesi è dovuta a una paresi, sennò ha sbagliato mestiere!) tirata e perennemente sofferente, che la dice lunga sui dolori causati dal ciclo.

Ma prendere un Aulin no?!

L'unica scena in cui si rinvivisce un pò, è quella in cui Edward le salta adosso per fare...ehm, quello...e allora ciclo o non ciclo, l'ormone si risveglia e per un attimo fa sinapsi col cervello.
Però lei che poverina è stupida, dopo 1 ora e 1 quarto di ghigna dura, quando è la cosa meno opportuna ed educata da fare, si mette a ridere: una ragazza, una piaga cinematografica!

Edward...non fa una piega, come nel libro, troppo sessualmente accattivante e perfetto per essere vero...ergo non credibile.
Però non è colpa sua, è che lo disegnano così...
Fatto sta che se bussasse alla mia porta, via non lo manderei, ecco!
Specialmente se paragonato agli altri attori, lui è supremo!

The Cullens Family non mi ha convinto fino in fondo.

Alice è moscia, ma i capelli stile scossa da 220 V, sono adeguati...il suo fidanzato, Jasper è un uomo impalato, nemmeno Edward Mani di forbice era così rigido.

La bellona, la bionda Rosalie...truccata così tanto e male che nemmeno una drag-queen...non poteva che fidanzarsi con il "monkey-man" Emmet, grande grosso e c@#@#@e!


Carlisle tutto sommato è un personaggio distinto, così come Esme...anche se non li ho considerati abbastanza per avere un opinione su di loro...

E per la cronaca, la battutina di Bella a casa dei Cullen "...in quel caso io diventerei il pasto" non fa ridere!
Ce l'avevo qui, solo quest'uscita vale tutto il mio odio per sta ragazzina.


Non ho capito bene cosa c'entrasse "Supermassive black hole" dei Muse, durante la partita di baseball...perchè non i Carmina Burana allora? O Mambo n° 5?...
Bo, però i Muse sono i Muse e va bene così!

Ho nutrito poi un odio profondo sin da subito per il cinese emo e quell'altro, quelli che tampinano-baciano-strusciano Bella, i ragazzi zerbino per intendersi!
Con dei soggetti maschili così idioti, come fai a non innamorarti di un vampiro?!
Ma anche un lumacone bavoso sarebbe più stimolante...

Quel ventilatore in classe poi, nella cittadina più umida e piovosa del pianeta, è un'arma impropria!
Fa 3 gocce, uno si bagna appena i capelli entra in classe e TRACK!, colpi della strega come se piovesse (appunto!).

Jacob più o meno lo prevedevo così, ma senza che rubasse la parrucca a Piero Pelù.
Il più credibile per me comunque resta James, il vampiro segugio.
Anche se io me l'ero sempre immaginato così


il segugio è gentilmente offerto dal mio amico Paolo

Sentenza: 6, ovvero al peggio non c'è fine, ma a Twilight prima o poi, si!

15 novembre 2008

°-° Comunicazione di servizio °-°

*Just_Alice e Giuls sono attese in accettazione*





Come ben sapete ormai, sono avvezza ai soliloqui.
Me la canto e me la suono abitualmente, per cui so che tollererete anche stavolta.

Causa "studio-lavoro-amore-trasferte-cazzeggio", ultimamente siamo un pò assenti, ma torneremo presto, più che cattive e avvelenate che mai.

Vi anticipo ad esempio, che il 21 Novembre esce nei cinema il film di
Twilight, il mio amatissimo Twilight!
Chi ha letto la mia recensione in merito, sa che io non andrò al cinema manco pe' niente...ma è vero anche che non posso perdermi la trasposizione cinematografica più attesa dell'anno.
Indi per cui, mi vedrò costretta a risvegliare dal coma, il mio mulo domestico...
E poi si salvi chi può!

Dopodichè va bè, si va verso Natale...e a Natale siamo tutti più buoni...
Tutti tranne io e la mia collega ovviamente.

Nelfrattempo, siccome immaginiamo che le vostre vite vadano a rotoli senza questo forum (com'è giusto che sia peraltro! U_U), ci scusiamo per il temporaneo abbassamento della soglia di acidità!

Altra cosa, la nostra capa Just_Alice si spreme continuamente per rinnovare la grafica e le funzioni del sito. Non so se avete notato, ma in fondo alla pagina, sulla sinistra c' è la possibilità di dare prova della vostra fedeltà (e coraggio) registrandosi come "caffettomani".
Non è che dico "segnatevi", siccome è li sotto poco in evidenza, magari uno non se ne accorge nemmeno.
Tutto qui.

Non vi tedio oltre. :)

La sentenza stavolta dovete, cioè potete se volete, darla voi! XD


2 novembre 2008

L'uomo è il peggior nemico di se stesso

Soggetto inquisito: The Mist, di Franck Darabont




Film del 2007, arrivato da noi con un anno luce di ritardo, che novità!

Come da sottotitolo: "Fear changes everything".
E infatti questo è un film horror, ben fatto devo dire, in cui i protagonisti devono temere più i loro compagni di sventura, che la sventura stessa.
La storia in breve parte da una cittadina tipo americana che dopo una tempesta, viene avvolta da una strana nebbia in cui si celano creature mostruose derivanti da esperimenti militari, che evidentemente terrorizzano gli allegri (prima) cittadini.
I superstiti, si trovano intrappolati in un supermercato e si preparano ad affrontare i pericoli esterni...mentre il vero pericolo si nasconde tra loro nelle vesti del panico, della paura e di una predicatrice che divide le coscienze e quindi il gruppo.

Il finale è crudo ma assolutamente non così scontato.
Pensavo peggio e invece, nonostante io non ami particolarmente il genere, l' ho trovato carino. Decente. Guardabile via.


Mi dicono sia tratto da un romanzo di Stephen King, ma nel film hanno cambiato il finale.
Ma lo possono fare?! Ma soprattutto, perchè?! Boh.
A questo punto sarei curiosa di sapere quale fosse quello originale.
Se anche voi come me, non avete niente da fare, e vi fissate su certe cose, questo è il titolo "La nebbia" (chi l'avrebbe mai detto eh!)

Sentenza: 7, ovvero i film horror non mi piacciono, questo però si, cioè abbastanza!

26 ottobre 2008

Chi non si aspetta nulla non sarà mai deluso.

Soggetto inquisito: Il bacio che aspettavo, di Jonathan Kasdan



Dio benedica emule, utorrent e l'ADSL Flat.
Se avessi speso soldi per vedere un obrobrio simile, non me lo sarei perdonato.
Con obrobrio non intendo brutto, no no!
Piuttosto insipido, insulso, banale, scontato...potrei continuare...potrei eh!!

"In the land of women", questo il titolo originale poi tradotto alla cazzo, diventa "il bacio che aspettavo"...orbene, siccome lui va sia con la madre che con la figlia, il bacio che aspettavi va bene, ma se poi ci dici anche qual è, ci fai un favore.
Nasce come un film drammatico, tocca argomenti come il cancro, la delusione sentimentale, l'adolescenza (il dramma per eccellenza...=_=)...ma non decolla mai, e muore come commediola americana per teen-agers.

Mette alla prova la vostra (e la mia già labile) soglia di sopportazione, per non parlare della sonnolenza...termos di caffè come se piovesse per arrivare in fondo.
Si perchè oltretutto è pure lento!
Dopo 11 minuti e 6 secondi (giuro!) mi aspettavo i titoli di coda.

Veniamo agli attori, poveri.
Meg Ryan, colonna portante del film, brava come sempre, ma non abbastanza da redimere le pecche della sceneggiatura e della regia; Adam Brody, notevolmente gnocco ma, ahilui, non riesce a sgrullarsi di dosso la goffaggine di Seth Cohen di O.C., e te Seth Cohen a scrivere sceneggiature porno e a fare il donnaiolo del quartiere non ce lo vedi.

In sostanza, non è credibile, non ti lascia niente, non un messaggio, non un'emozione...a meno che non abbiate pagato per vederlo, in questo caso piangerete come bambini!

Sentenza: 3.5, ovvero ma sti filmetti schifosi, li trovo tutti io?!

23 ottobre 2008

Il senso della storia si conquista facendone un po'

Soggetto inquisito: Hyperversum, di Cecilia Randall





Primo capitolo di una trilogia, Hyperversum narra la storia di 5 ragazzi dei giorni nostri che, mentre giocano nella realtà virtuale di un videogame (Hyperversum, appunto), a causa di un "incidente telematico", si ritrovano catapultati nel tempo e nel luogo programmati: la Francia del XIII secolo.

La trama può sembrare banale, ma non lo è affatto, sopratutto per come è trattata dall'autrice, che non scade nei luoghi comuni e non lascia niente al caso.
Tuttavia... sai quando ti alzi da tavola e ti dici che, be', sì, ti sei saziato, però... non è in quantità che difetta, ma la qualità che...
E non riesci a darti una spiegazione, per cui resti sola con il tuo "mah".
Ecco, Hyperversum mi ha lasciato questa sensazione... la sensazione del "mah".

È carino, per carità. Scritto bene, scorrevole... e ha anche dei pregi: è storicamente attendibile, accurato (ma non pedante) nelle descrizioni, fedele nelle ricostruzioni. Insomma, si fa leggere.
Il problema, forse, è che si sente che la mano è femminile. Cioè, lungi da me fare discriminazioni di genere, però un romanzo di stampo fantasy-storico scritto da una donna è raro e la cosa si nota.
Nonostante l'ambientazione, l'autrice punta sull'interazione e i rapporti tra i personaggi più che sull'azione... il che porta a dare molta introspezione, e la cosa rende il tutto inaspettato e strano. A tratti è piacevole e a tratti fastidioso. Comunque, è decisamente diverso dai soliti romanzi di questo genere.

L'unica vera pecca: la protagonista femminile, che per i miei gusti è un po' troppo Mary Sue.



Stentenza: 6?, ovvero darò un giudizio definitivo una volta letta tutta la trilogia

17 ottobre 2008

Family above all

Soggetto inquisito: The Black Donnellys di Paul Haggis e Bobby Moresco




Io vivo di notte.

Di giorno ho le scimmie urlatrici nella testa, e appena vanno a letto loro inizia la mia giornata (e se fin qui parte un clamoroso “ecchissenefrega”, lo capisco).

Fatto sta che mi seguo tutte le serie televisive trasmesse dalle 23 in poi.

E le seguo perché mi piacciono eh!

Ma era da un sacco di tempo che non ne trovavo una che mi prendesse tanto come quella che vede protagonisti appunto i Donnellys.


La serie nasce sulla scia dei Soprano’s, ovvero le vicende di quattro fratelli invischiati nella mafia irlandese impegnati a tirarsi fuori dai guai a vicenda e a proteggere il loro territorio dalle altre famiglie del crimine newyorkese.


Confesso che non è stato un colpo di fulmine, per via dell’orario proibitivo (domenica sera da 00:00 in poi…) ma dopo la seconda puntata ero già cotta e stracotta…dal sonno, della serie ma soprattutto del mio preferito, Tommy, che poi è il vero protagonista.

Con lui invece è stato proprio amore a prima vista, e ogni episodio per me è uno scompenso ormonale…


Unica fregatura, dopo la prima stagione, la NBC ha avuto la bella pensata di cancellare la serie, lasciando invece in programmazione, cavolate immense tipo Californication la quale mostrando una donna nuda ogni 4 secondi e mezzo, giustamente fa più audience.

Lasciamo stare sennò mi altero non poco…


Per farla breve, seguite i Black Donnellys ma non guardate troppo Tommy che me lo consumate, intesi?!






Sentenza: 9, ovvero "me?! I always wanted brothers like them"


Edit/ 19.10.08

Si no però allora ce l'hanno con me...vedo orora il palinsesto mediaset e mi accorgo che non solo hanno ridotto gli episodi da 2 a 1 a botta, ma l'hanno anche posticipato alle 00:50.
Così siamo proprio sicuri che non lo guarda nessuno, fossi stata loro l'avrei messo alle 4:30 di mattina così, tanto per stare più tranquilli.
Ma poi magari hanno pensato che gli operai della Piaggio, i netturbini e qualche minatore potessero accidentalmente guardarlo mentre prendono il caffè, sicchè hanno optato per l'1 di notte.

Bene.Bravi.Davvero.Complimentoni.

(tanto di cappello agli operai della Piaggio, ai minatori e ai netturbini eh! Mi ci manca solo che qualcuno si offenda...)

Ohhh dopo questa sparata notturna, posso andare a letto, sicura di aver dato l'impressione di essere di fuori come le tegole anche per oggi.
Buona notte



13 ottobre 2008

Perdonali perchè non sanno quello che fanno

Soggetto inquisito: Crossroads, meglio noto come il film di quella figa di Britney




Road-movie, definibile anche filmetto di serie B.


La nostra eroina è una Britney Spears, casta, pura, pudica, con dei principi morali...e già per questo poco credibile.


Trama...trama...boh...mi viene solo idiota.

Ma pensandoci...anche vuota, banale, scontata, noiosa, stupida, vanno benissimo.


Musiche firmate N* Sync o come diavolo si scrive.

Se a un certo punto fosse uscito Justin Timberlake dal cofano, non mi sarei stupita nemmeno un pò.

E ogni secondo del film, pregavo che prendesse fuoco la macchina, o spuntasse dal nulla una voragine tipo Tremors e li inghiottisse.


E invece niente.

Una tristezza infinita.


Ma io non ce l ho con Britney.

E nemmeno con le Spice Girls, a suo tempo.

Non ce l ho nemmeno con Chris Crocker...anzi, rivolgo un pensiero ai suoi genitori...signor Crocker, signora Crocker, ma stavate così male voi due da soli ? La vita era così insopportabile da sentire la necessità di procreare e non poter far nulla per impedirlo?Sarebbe stata così pesante l'esistenza senza un pargolo?...

Lasciamo stare, e voi se non sapete chi è quest'individuo, cercate su Youtube, poi mi darete ragione.


Io ce l' ho con quelli che gli commentano sotto "Oh my God, u r so cute!".

Ce l ho con quelli che non avendo una vita, vanno al cinema per lei.

Per Britney...che cara ragazza la Britney.


Che spendono 7 euro per vederla, bimbi ma lo sapete quanto sono 7 euro al giorno d'oggi?!

A parte che nemmeno se li prendessero a pedate ci dovrebbero andare...ma comunque...


Basta, mi sento proprio cattiva a parlar male di lei, peggio che sparare sulla croce rossa.

E poi è troppo facile, potrei farci la tesi.


Sentenza: 2, ovvero una grande, gigantesca, strepitosa cazza-ta!


7 ottobre 2008

Nerd di tutto il mondo: unitevi!

Soggetto inquisito: Sidney White: Biancaneve al college, di Joe Nussbaum





Ammetto che il sottotitolo italiano fa cagare - ma ci siamo abituati, no? - però affittare questo film è stata una genialata!
Nussbaum ha rivisitato la favola di Biancaneve in chiave moderna e ne è uscito un piccolo capolavoro di commedia per ragazzi.
Non ci avrei mai creduto, eppure dire che è divertente è poco: provare per credere!
Consigliato per una serata fra amici, purché si sia tutti più o meno nerd.

Non sei sicuro di essere nerd?
Non preoccuparti: se sei finito in questo blog hai ottime probabilità di diventarlo!



Sentenza: 8, ovvero quando meno te l'aspetti...!

1 ottobre 2008

Caution: questo è un libro gggiovane, trendy e molto yeah!

Soggetto inquisito: Ma le stelle quante sono, di Giulia Carcasi





Dunque...se avete gli ormoni sotto controllo e non avete la più pallida idea del significato di questo simbolo "3>", lo troverete di una banalità disarmante.

Se invece avete sui 15 anni, sarà il libro della vostra vita.
Vi sentirete troppo come la protagonista e l'unica cosa che chiederete alla vita, sarà farvi vivere l' ultimo anno del liceo, come lei.
E se tutto va bene, siete rovinate.

Simpatica l' idea delle due facce del libro come due punti di vista della stessa storia: con gli occhi di lui e di lei.
Ma la trama è scontata.

Peccato perchè non è scritto mal..issimo, se contiamo anche che è il primo romanzo dell'autrice…però boh, sarà che io le cose o le faccio bene o non le faccio…


Ma tutto sommato c è di peggio.
Penso a Step e a Babi...ai lucchetti...all' ammmore.
Alla notte prima degli esami e a Venditti.
E mi chiedo: "che ne pfarà di noi?"

Sentenza: 6 ovvero tutto quello che mi ricorda il liceo deve perire di morte violenta


28 settembre 2008

Innocente non è l'uomo incapace di peccare, ma di peccare senza rimorso

Soggetto inquisito: Dexter, di James Manos Jr et al.





Lo so che è presto: ho visto appena una puntata.
E so anche che tutti ne parlano... ma non è perché fa trendy che ne parlo anch'io, chiaro?
Che ci posso fare? È stato un colpo di fulmine, un po' come a suo tempo avvenne con House. Solo che è
molto, molto peggio!

Dexter è tratto dall'omonima serie di romanzi di Jeff Lindsay e ha come protagonista uno dei modelli meglio riusciti di U.R.D.L.G. (= Uomo Robotico Distaccato Letale e Gnocco). Una tipologia di uomo che da qualche tempo mi assilla.
Sono caduta nella spirale morbosa per colpa di Christian Bale e la situazione si è gravemente acuita con la lettura di American Psycho... ehm... ma questa è un'altra storia. Fattostà che credevo di aver toccato il fondo.
Sbagliato: non avevo ancora visto Dexter. Lasciate ogni speranza voi che lo guardate!

Lui è il serial killer dei serial killer. Spietato, assetato di sangue e (apparentemente) senza sentimenti. E con i capelli rossi.
A volte usa come pseudonimo il nome Patrick Beatman... e quello che fa lo rende degno di un tale paragone.
Paura, eh?!

Cioè, come potevo non cadere vittima del suo fascino?! (Ok, andrò a farmi vedere da uno bravo... ma non ora...
non ora!)
Credo che lui diventerà per me ciò che Lolita fu per Humbert Humbert: mio peccato, anima mia.

Ed ecco, ad opera di Idril, la ciliegina sulla torta...
(lei sì che mi capisce...)



Sentenza: 9, ovvero chiedo venia ma sono così persa che non so che definizione dare!

26 settembre 2008

La mediocrità non conosce nulla di più alto di sé

Soggetto inquisito: Disturbia, di Rihanna






C'era una volta una giovane e talentuosa (?) fanciulla portoricana, tutta ebano e opali e lineamenti felini.
Esordì raccattando le canzoni scartate dalle colleghe più famose e pretenziose, e presto cominciò a mietere successi a destra e a manca, vincendo premi e spopolando in metà del globo terraqueo.
Ella è ora considerata l'erede di Beyoncé - roba di cui vantarsi, eh! - tuttavia fin dall'inizio ha sembrato mostrare la fantomatica "marcia in più" (= le sue canzoni si adattano meglio ai remix da discoteca).

Rihanna già mi stava qui - sì, avete capito dove - quando cantava S.O.S. (Rescue Me), che è l'unica canzone che digerisco... figuriamoci quando ha cominciato a sfornare roba come Don't Stop The Music o Shut Up And Drive.
Su Umbrella sono combattuta: salvarla o no? Ha il merito di aver ispirato ai Vanilla Sky la cover/parodia che noi sappiamo... ma una parodia val bene un'estate di sfracellamento di maroni con quella canzone fissa in radio e su MTV, alternata solo da (orrore e raccapriccio) Tiziano Ferro che canta "e Raffaella è mia mia mia"?

Comunque, aldilà dei (non) meriti passati, ora mi sento di dire basta.
Pacatamente, serenamente. Basta.
Ma c'è qualcuno che ha ancora il coraggio di chiamarlo R'n'B? Gli album passano e le sue canzoni sono sempre più disco!
E io ne ho un po' le ovaie piene di sentirle... perché quando metto su MTV è per sentire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non roba disco (sì, esiste qualcuno al mondo a cui non piace, probemi?).
Cioè, se avessi voglia di sentire quella roba, me ne andrei in discoteca, no?
Capisco che la Regina del pop ha lanciato la moda, ma ora non è che tutti devono mettersi a fare quella merda di musica solo per imitarla.
Poi, che Rihanna possa risparmiarsi di fare musica a priori, è un'altro discorso.



Sentenza: 3, ovvero quando si dice "braccia rubate all'agricoltura"

17 settembre 2008

Cos'è l'infinito? Pensa all'umana stupidità.

Soggetto inquisito: Miss Italia, di AA.VV.




La trasmissione ha rotto i maroni, siamo tutti d'accordo mi pare, no?
Per carità, non può competere con un mostro sacro come il Festival di San Remo!
Però i media dovrebbero accettare l'idea che ormai è andato a male e piantarla di tirarlo fuori dalla dispensa, spolverarlo e propinarcelo ogni autunno come fosse appena sfornato.
Il cestino dell'umido attende, impaziente.

Che Mirigliani & co. si rassegnino: i tempi della Lollo, della Mangano e della Loren sono finiti... da interi lustri nessuna stellina talentuosa brilla più tra le aspiranti Miss.
Il concorso è ormai in stato vegetativo: questo perseverare nel mantenerlo in vita si chiama accanimento terapeutico!
Abbiate pietà: staccate la spina!

Tempo fa ho letto un libro (che prima o poi recensirò) in cui un capitolo era dedicato alle frasi banali raccolte in giro dall'autore, tra le quali era annoverata: la nuova Miss Italia non piace a nessuno.
Ebbene, quello è l'unico pezzo che non mi è piaciuto.
Dicesi banalità una convinzione diffusa ormai obsoleta, o non suffragata da prove reali... ma che la nuova Miss Italia, immancabilmente, non piaccia, è una realtà concreta, tangibile e del tutto attuale.

Azzardo l'ipotesi che se il concorso non fosse tutta una montatura per mandare avanti figlie di lei-non-sa-chi-sono-io, ma un concorso serio in cui gli italiani possano votare davvero la propria più bella del reame... be', forse almeno a qualcuno piacerebbe.



Sentenza: 3, ovvero mò basta veramente però!

15 settembre 2008

Dal sublime al ridicolo c'è soltanto un passo...di danza!!

Soggetto inquisito: Il ballo delle debuttanti, di...indovinate ad sensum!



Voi l' avete visto?

Spero di no.
Io invece sì. Ma per dovere di cronaca, anzi di critica, s' intende.

Già dai titoli di apertura si intuisce dove si andrà a parare, ma quando lo spettacolo prende il via...diventa palese che sarà peggio di quel che si immagina.

In breve, è un reality.
Con ballerine "non-ballerine" che sbandano e accidentalmente danzano
di fronte a sedicenti principi e principesse che urlano e starnazzano, contro o a favore loro.
E, se non vi siete già tagliati le vene, c' è una sfida e un televoto.

Però fa ridere, è un incidente frontale tra Amici e La Corrida.
Con la differenza che i campanacci del pubblico di quest' ultimo, producono un suono più piacevole delle voci dei giudici del primo.

Concludo perchè a ripensarci, potrei vomitare.

Sentenza: 4, ovvero "trash" non è la parola giusta, ma è la prima che mi viene in mente.

12 settembre 2008

And that's all folks!

Soggetto inquisito: PANDALIKES, di Giacomo Bevilacqua



Ha un non-so-che di Clavin e Hobbes, no? Ma è - oserei dire - una delle trovate più originali in cui sia mai incappata.
Cioè, non ridevo così per un fumetto dai tempi di Alan Ford... il che è tutto dire!
Non c'è altro, quindi buona lettura!



Sentenza: 8, ovvero ad Alice piace quindi l'ha aggiunto ai links

7 settembre 2008

I cattivi finiscono in modo infelice, i buoni in modo sfortunato: questo è quel che significa la tragedia

Soggetto inquisito: Rosencrantz e Guildenstern sono morti, di Tom Stoppard




Definita "una tragicommedia legata al teatro dell'assurdo e all'esistenzialismo".
Fischiata dal pubblico della 47^ Mostra del Cinema di Venezia, ma premiata con il Leone d'Oro.

È la storia di Rosencrantz e Guildenstern. Sì, proprio loro: quei due personaggi minori dell'Amleto, che ci ricordiamo solo per i nomi impronunciabili.
Quei due muoiono (anche loro), lo sapevate? Io no.
Lo fanno lontano dal palco, non vediamo il loro sangue. Anche perché non ne versano: vengono impiccati, in Inghilterra.
Il titolo deriva proprio dalla battuta che l'ambasciatore inglese pronuncia nel finale della tragedia.

È la storia di due pedine, manipolate e al contempo abbandonate a sé stesse, intercambiabili tra loro, utili solo ai fini della trama: due Nessuno, insomma.
Il paradossale punto di vista di due uomini imprigionati, loro malgrado, nella scena. Due uomini che non avrebbero dovuto osservare né tanto meno elucubrare, ma non possono fare a meno di farlo.
Due personaggi che avrebbero potuto essere ma non sono.

Consigliato a tutti, anche a chi non ama il genere.
Io sono di parte, lo so, ma ho amato ogni singolo fotogramma.



Sentenza: 9, ovvero anche se non sembra sono senza parole

4 settembre 2008

La pigrizia è il rifugio degli spiriti deboli

Soggetto inquisito: Le Cronache di Narnia: il Principe Caspian, di Andrew Adamson




Debole e patetico come un esaminando che non ha studiato.
Niente a che vedere con il fratello maggiore, che certo non è un capolavoro ma si può dire che sia carino e piacevole.
Si salvano solo Castellitto e Favino (e non è che sono di parte perché sono italiani), anche se il secondo comunque sembrava un po' fuoriposto.

Non è che sia fatto male, è che proprio sembra che non c'avessero voglia: "Ah, dobbiamo girare? Mah... boh... va bene. 'Speta che finisco di vedere il video dell'ornitorinco surfista su YouTube."
Forse speravano che il film si facesse da solo mentre loro stavano dietro le quinte a giocare briscola.

Non ho né la voglia né la fantasia per scrivere altro.



Sentenza: 5, ovvero non gli do di meno solo per pietà

30 agosto 2008

Qualsiasi opera di un uomo è sempre un suo ritratto

Soggetto inquisito: Fur: un ritratto immaginario di Diane Arbus, di Steven Shainberg






Con questo film entriamo nella sfera più intima della natura umana: quella dei Segreti.
E non chiedetevi cosa io intendo con questa parola... chiedetevi piuttosto cosa fa pensare a voi, nel vostro intimo.

Ho sempre pensato che la Kidman dia il meglio di sé quando interpreta personaggi ambigui, psicolabili, strani.
E, dal mio punto di vista, non le si poteva trovare personaggio più adatto di Diane Arbus... questa fotografa dedita al voyeurismo, attratta dai freak nell'America pre-sessantottina, morta suicida.

Ok, chi sta scrivendo è una fanatica di arte, che si divora i romanzi e i film a sfondo artistico come una ragazzina infoiata si divorerebbe le foto di Bill Kaulitz.
Ok, non è una vera e propria biografia, è tutto molto romanzato e rimaneggiato, e di conseguenza più "godibile".
Ok, sotto tutto quel pelo alla fine si scopre che c'è Robert Downey jr (come se non ne fossi stata ben consapevole nel momento in cui ho affittato il film)... che anche quando non è rasato ha il potere di sconquassare i miei ormoni con uno sguardo, un gesto... e sorvoliamo sulla voce...!
Ok, tutto questo è vero... però... è bello.

È triste, morboso, romantico, profondo.
Ed è coinvolgente come pochi.




Sentenza: 9, ovvero una scoperta da brivido!

Se non li puoi convincere, confondili

Soggetto inquisito: Twilight, di Stephenie Meyer



Lo ammetto, sono fuori dal giro.
Non frequento nè i posti, nè la gente giusta.
E io di questo
Twilight, non ne avevo mai sentito parlare.

Così settimana scorsa sono andata in libreria per approfittare degli sconti, e lo vedo lì...era rimasto solo, piccolo e nero...come calimero!

E come fai a non portartelo a casa? Ho ceduto...pensare che l ho anche pagato prezzo pieno...


Poi arrivo a casa, e leggo mmmillle recensioni in cui viene definito "STUPENDO", "da leggere e rileggere", "Edward sposami!", ecc ecc...
Qualcuno lo vendeva come un
romanzo (che a pensarci ora, è blasfemia solo questo!) gotico-horror-fantasy-romantico, imperdibile!
Specchietti per allodole.

E io che allodola lo nacqui, sorrido e penso: "Che genio che sono...e che fortuna, era l ultimo!! Per una volta ho fregato il sistema! Ah-ah!!"


E invece...
Si, carino...per carità!
A parte il fatto che Bella, la protagonista, è una piaga per sè stessa e per la società, visto che non sa tenersi in piedi e rischia la morte ogni 2 secondi.
Finisce (sua sponte) nella città più triste del pianeta e fa cadere ai suoi piedi la totalità della popolazione di sesso maschile, compreso il vampiro Edward...perfetto, bellissimo, altissimo, levissimo, quel che volete ma che, dai, non è un vampiro!

Niente sangue umano, canini con la punta arrotondata, immune ai paletti, con una passione per le croci e per i bagni di sole (dopo i quali scintilla, manco fosse di glitter!)...che vive in un superattico e guida macchinoni...

Ma dico, allora diventare vampiro è la cosa migliore che ti possa capitare!?
Meglio di un terno al lotto!

Con una trama così...ci puoi mettere lo stile che vuoi ma non regge.
E infatti la Meyer, che scema non è, l ha capito e non si è sforzata più di tanto!


L' evoluzione della storia è anche scorrevole, si legge bene...ma quello anche il foglietto illustrativo dell' aspirina...




Sentenza:
5, ovvero altro che "crepuscolo" , è buio pesto!

29 agosto 2008

Giudico quindi sono

Se il titolo non fosse abbastanza esplicativo, non temete...un paio di recensioni e tutto vi sarà chiaro!
Capisco che non interessi, che avete una vita...e anch' io come voi.
Per cui sarò breve!

Chi sono?! beh...le ditina le avete, e non serve il Tom-Tom per arrivare al mio profilo (comunque in alto a destra -_-')

Che ci faccio qui?! Non so se l avete già notato, (io sì, da un paio d' anni...) ma ho un brutto difetto: sono un pò...insofferente, un pò...intollerante,...ok sono acida!
Ma va bè, voi siete perfetti? eh?eh? lo siete?eh?! (vedete?)

Comunque, vagavo per la rete alla ricerca di un posto in cui esprimermi (vi ho sentiti sapete..."manicomio" gnegnegne)... quando mi sono imbattuta nell Aulentissima Madonna Alice.
Lei mi ha offerto vitto e alloggio qui, (e periodicamente mi fornirà anche degli psicofarmaci, tranquilli!) a patto che la aiutassi a conquistare il mondo, o almeno a renderlo un pò più...come diciamo noi, oh!!

Bene, la presentazione è fatta. Sono schizzata...non maleducata!

Direi che posso cominciare...:)

26 agosto 2008

Il saggio per eccesso di saggezza diventa un folle

Soggetto inquisito: American Psycho, di Bret Easton Ellis



Per il titolo di questa recensione ci sarebbero stati bene anche altri aforismi: La via dell'eccesso conduce al palazzo della saggezza, o Madre dell'eccesso non è la gioia, ma la mancanza di gioia.
Li aggiungo qui come complemento, ma
comunque il più adatto è quello che alla fine ho scelto.

Sarebbe riduttivo dire che American Psycho è solo una spietata critica al fenomeno dello yuppismo.
Certamente lo spunto nasce da quel preciso ambiente, ma non si ferma lì: basterebbe qualche accorgimento per adattare ogni pagina del romanzo alla società odierna.
D'altra parte, l'umana follia non nasce e muore nella Manhattan degli anni '80.

Molti giudicano questo libro nauseante, per l'eccesso di particolareggiate descrizioni in cui indulge Ellis.
Ma è anche questo che lo rende così ipnotico.
Non credo di essere stata l'unica ad averlo divorato in tre giorni, morbosamente attratta dal vortice di Male Puro scaturito dalla mente di Patrick Bateman.

Aldilà dell'orrore e dell'angoscia, in certi brani ci si ritrova, assurdamente, a pensare come il protagonista, a capirlo e addirittura a compatirlo.
E alla fine ti chiedi se sia un folle o un saggio... e quale sia il confine tra follia e saggezza.



Sentenza: 9, ovvero mi procurerò altri libri dell'autore

19 agosto 2008

È ben pagato chi è ben soddisfatto

Soggetto inquisito: The Dark Knight, di Christopher Nolan



Non lo considero il più bello tra i film su Batman (la medaglia d'oro spetta, parimerito, ai due film diretti da Burton), però mi è piaciuto molto di più rispetto a
Batman Begins, che mi ha fatto storcere il naso in qualche scena.
The Dark Knight ha un taglio più fumettistico e, grazie al cielo, sono state eliminate tutte quelle menate sulla filosofia orientale presenti nel precedente: per quando belle, stonavano da morire con la figura occidentalissima di Batman.

Chrsitian Bale è perfetto. Nel senso che il suo Wayne/Batman sprizza perfezione da tutti i pori... forse anche troppa!
D'altra parte, è un personaggio che di per sé deve trasmettere un'aura di perfezione, perché poi possa essere smentita dai suoi umani fallimenti... è questo il bello di Batman: un supereroe senza superpoteri, molto più umano e tormentato degli altri.
Insomma, Bale non è Michael Keaton, però mi è piaciuto.

Ero a dir poco scettica sulla scelta di Heath Ledger per Joker: non potevo fare a meno di mantenere Jack Nicholson come termine di paragone e non credevo che qualcuno sarebbe mai riuscito ad eguagliare il suo Joker.
Be', sono contenta di essere stata smentita!
Il Joker di Ledger è diverso... è originale, unico. Ha preso il personaggio e l'ha fatto suo, come a suo tempo fece Nicholson... per questo l'ho apprezzato.
Spero davvero che gli diano l'oscar: è stato un bellissimo canto del cigno.
Un particolare: avevo notato che la voce del doppiatore è molto simile a quella di Giancarlo Giannini, che a suo tempo doppiò Nicholson/Joker in Batman. Sono andata a controllare e ho scoperto che il doppiatore è Adriano Giannini, il figlio: il sangue non è acqua!

Non sono rimasta del tutto soddisfatta da Due Facce: aldilà della bravura di Aaron Eckhart, mi sembra che sia stato trascurato lo sviluppo psicologico del suo personaggio, che muta con troppa velocità e anche con un po' di leggerezza.
Mi aspettavo che avrebbero lasciato ad un film successivo la sua trasformazione da paladino della giustizia a folle antagonista. Peccato.

Unica vera pecca: Rachel interpretata da Maggie Gyllenhaal.
Non che la Holmes mi sia mancata - per carità! - però aborro quando cambiano gli interpreti!

Una scena mitica:
L'impiegatucolo Signor Nessuno intuisce che dietro Batman si cela Bruce Wayne e, tutto tronfio, va a ricattare Lucius Fox (inimitabile Morgan Freeman) e lui gli risponde qualcosa tipo: "Mi faccia capire: il suo capo è uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo, che la notte si diverte a pestare i delinquenti della città... e lei lo vuole ricattare? Be', buona fortuna!"



Sentenza: 8, ovvero meno male che non mi sono fatta influenzare da Batman Begins e sono andata a vederlo

18 agosto 2008

L'angoscia vera è fatta di noia

Soggetto inquisito: Il danno, di Josephine Hart




Il titolo sarebbe esplicativo.
Un libro con molte pretese, ma che non mi ha lasciato niente - cioè, a parte il disgusto.
E per di più è scritto nel peggior stile francese.



Sentenza: 3, ovvero una merda

14 agosto 2008

È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio

Quante volte l'ho sentito dire?
- No, non vado a vederlo il film... sai, il libro è un'icona per me, non voglio rovinarmelo per colpa di un tizio che ha voluto lucrarci su. -

Ora, la prima cosa mi domando è: quanto si deve essere idioti per farsi rovinare un bel libro solo dalla visione della sua trasposizione cinematografica?
Ma la gente non riesce davvero a separare le due cose? Cioè, non ci arrivano o è semplicemente che non ne hanno voglia?
Ok, se i pop-corn ci sono, me li mangio volentieri anche mentre leggo... ma al cinema non mi metto a sfogliare lo schermo, né piego un angolo del fotogramma dove sono arrivata per fare una pausa-pipì. E voi?

Ma il problema non è questo. No.
Il problema è come sia possibile che ancora oggi si pensi una cosa del genere: che un film tratto da un libro sia immancabilmente inferiore, se non bruttissimo.
E non c'è nemmeno bisogno di andare a vederlo - sprecare dei soldi solo per trovare la conferma alle proprie idee?!

Eppure ci sono innumerevoli esempi che dimostrano il contrario, che un film possa non solo eguagliare ma in certi casi anche superare il libro.
Lasciamo perdere per un attimo i vari Harry Potter. Quelli sì che fanno cagare, e nessuno può negarlo... ma d'altra parte sono fatti per essere venduti a marmocchi che non hanno letto nemmeno i risvolti di copertina (perché sono ancora in età prescolare, proprio), non agli adulti che se li sono divorati in tutte le lingue e mostrano manie ossessive-compulsive che sfogano scrivendo immonde fanfiction.

Vogliamo fare qualche esempio che sfati il mito?
Via col vento, per citarne uno celebre.
E Balde Runner dove lo lasciamo?
Personalmente, poi, ho trovato che La ragazza con l'orecchino di perla fosse migliore nella versione cinematografica.
E penso che il film di Memorie di una geisha sia a dir poco delizioso.
E così via, potrei andare avanti ancora.

È ovvio che il film non può essere identico al libro, perché... psssst! Avvicinatevi... vi svelo un segreto: perché sono due diverse forme di arte! Però shhhhhhh! Non ditelo a nessuno!
E vi dico anche un'altra cosa... non ci vuole una laurea per capire questo concetto!


Ho alzato un po' troppo il tono?
Scusate.

Dunque, dicevo che, finché la gente non capirà una volta per tutte che un film è... *rullo di tamburi* un film e non un libro (fatto che di per sé dovrebbe essere chiaro data la differenza empiricamente rilevabile tra le due parole), e che come tale deve essere preso, questo stupido pregiudizio non morirà.
E non smetterà di rompere i coglioni a chi i film se li vuole vedere e godere.

Chi ben comincia è a metà dell'opera

Soggetto inquisito: Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, di Roy Lewis




A costo di gravi pericoli, il tormentato, geniale Edward (da non confondere con il señor Culèn) porta la sua orda subumana verso la fine del Pleistocene e l'avvia verso il lungo cammino per raggiungere la piena umanità.

Ironico? Sì.
Realistico? Assurdamente, malinconicamente... sì.

Il mio esame di Preistoria e Protostoria sarebbe andato meglio se l'avessi letto prima.

PS Leggete la recensione di Wikipedia e scegliete se ridere o piangere.
(qualcosa devo pur criticare, no?)



Sentenza: 7, ovvero fico!
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