11 agosto 2008

A casa sua ognuno è il re

Dal lontano dì che l'ADSL varcò la soglia di questo maniero, vago per la rete a caccia di prede da dilaniare.

Amo spulciare i blog in cerca di banalità e, strano a dirsi, la mia indagine risulta sempre fruttuosa. Il mio bottino è sempre grasso. E senza nemmeno far troppa fatica.
Ma sono buona, io... sono come Sissi: osservo, elaboro e le mie cattiverie non le rendo pubbliche ma le riverso tutte in angolini privati.
(per chi non lo sapesse, la cara Sissi componeva deprecabili versi sui suoi ignari congiunti)

Sono in prima fila a tessere le lodi della creatività: esprimere sé stessi, in qualunque forma d'arte, è uno degli scopi più nobili della natura umana.
Tuttavia, siccome sono la Signora del Buongusto, mi perplimo quando questo (il Buongusto, intendo) viene attaccato. E ciò avviene inesorabilmente quando il Signor Nessuno, che si crede l'intellettuale più fico del web, pubblica le sue opinabili poesiole, convinto di regalare al mondo uno stralcio di pura arte, un mirabile virtuosismo di parole.
Cioè ineffabili rime riecheggianti fiore-cuore-amore e luna-duna-bruna.
"Patetico" è la parola che mi viene in mente, ma non è quella giusta.

La grafica: questa sconosciuta. Io, che non la so usare, la tocco il minimo indispensabile, mentre il Signor Nessuno ci si crogiola goduriosamente.
Spesso, infatti, si diverte a gestire i suoi versi come i cassetti della biancheria: un po' sulla destra, un po' sulla sinistra... a random.
Al centro, dove vige il confine tra calzetti e mutande, c'è un incolmabile vuoto.

Ancora più spesso, egli condisce la sua opera con qualche toccante immagine pescata chissaddove.
Paesaggi photoshoppati, in larga misura... ma anche angeli, astri della volta celeste, tavolini di bar artisticamente (?) disordinati, languide fate dai languidi volti in languide pose, finestre, qualcosa scosso dal vento (qualsiasi cosa, anche i centrini della nonna stesi ad asciugare... l'importante è che sventolino), fiori appassiti.
Seppia e bianco&nero gli effetti più in voga.

La personalità minimalista del Signor Nessuno gli impone di usare caratteri non superiori al 10 e di impostare il colore del testo in una tonalità appena più chiara dell'indaco-malinconico-cielo-notturno dello sfondo.
Perché il malcapitato utente dovrebbe poter leggere senza prima evidenziare tutto il testo? Non sia mai!
Vuoi mettere, poi, la segreta soddisfazione del Signor Nessuno quando il lettore clicca per sbaglio il tasto sinistro del mouse e... Oops! Non copiare il testo, malandrino!

Cheppoi, in un modo o nell'altro, la vista si fotte comunque e - ahimè! - tocca abbandonare la lettura proprio sul più bello.
Questa incompletezza dà un tale senso senso d'angoscia, che spesso mi sono vista costretta a chiudere tutto e andare a mangiare pane e miele per consolarmi. Magari davanti ad una sit-com in tv.

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