29 ottobre 2011

This must be the place: ma dove cazzo siamo!?



E' bene che metta le mani avanti.
So che questo film ha riscosso molto successo almeno tra le persone che frequento di solito.
La cosa mi sorprende non tanto perchè a me non è piaciuto, ma perchè a quanto pare sono circondata da gente un sacco intelligente, un sacco profonda. Gente brava a decriptare, a guardare oltre, a porsi delle domande e a darsi delle risposte. Gente a cui oggi mi sento di dire "hey!ma sai che non ti davo 100 lire!?" assestandogli un colpetto messo bene sotto il mento.
Questo per dire che la recensione è scritta da una che, vedetela così, non c'ha capito un cazzo.


Principalmente perchè' io mi credevo che questo fosse un film sui travestiti.
Che non ci sarebbe stato niente di male, poi quando ho capito che si parlava di un musicista non è che sono andata comunque più in là di molto, ho pensato ad un excursus sulla vita di Bill Kaulitz e questo si sarebbe stato un male.


tutta la preoccupazione di Bill Kaulitz

Alla prima mezzora però mi è stato chiaro che non si trattava neanche di un film su Bill Kaulitz, ma su uno comunque rinco forte, però più alla Ozzy Osbourne epperò introspettivo e in perenne sbattimento alla Edward mani di forbice.

Emerge che Cheyenne è una popstar in evidente stato di pensione, no come Mick Jagger per esempio, che si accanisce terapeuticamente su se stesso, e ciò lo porta ad andare in giro ancora truccato come ai tempi d'oro e in stato confusionale (Mick Jagger, non Cheyenne!).
Cheyenne dicevo oltre Ozzy per l'andatura zombesca, e Edward per l'acconciatura e il cuore di panna, ricorda anche Forrest Gump nei ragionamenti. Più aforismi li definirei, che ogni tanto ci regala formando una meravigliosa costellazione di pozzi artesiani di verità banali ma che però sfuggono ai più, tutti presi come siamo dalle nostre vite frenetiche.

Nel guardaroba invece è tutto The Undertaker.
E' un uomo che vive un profondo disagio, che si concretizza in un carrellino-valigia che si porta dietro ovunque.



Se già fin qui non avesse abbastanza magagne, ha anche una moglie-pompiere macho, un'amica darkettona coi capelli viola e la di lei madre che aspetta alla finestra il ritorno del figlio Tony sparito nel nulla.
Ecco per esempio, ci sta che io qui mi sia distratta, trovando per qualche motivo più interessanti delle crepe nel battiscopa, però non ho capito nè chi, nè dove, nè come sia sto Tony.

Sono certa che fosse uno snodo non trascurabile, però va bè.

Ha anche una piscina vuota in cui gioca a squash con la moglie e un labrador nero che per qualche motivo porta il trombone di plastica intorno al collo ma nessuno sa il perchè.




Ad un certo punto viene fuori che il padre di Cheyenne sta male e questo porta il nostro eroe a sbarcare negli USA.
Adesso non per fare la sborona, ma il motore dell'azione è il solito caro, vecchio complesso di Edipo: il padre non lo ha mai apprezzato (per via dell'eyeliner alla fine) e Cheyenne per riscattarsi parte alla ricerca di colui che fu il suo aguzzino ad Auschwitz. Vedete?! fin qui, che è poi la prima oretta sono stata piuttosto aderente allo svolgimento: ciò ha fatto sì che entrassi nella seconda parte con tutti questi misteri e punti di domanda speranzosa in un road-trip un pò rock magari, però comprensibile.
Invece mi sono persa quasi subito perchè il tutto diventa piuttosto grottesco.

Una scena tipo: quando guida la macchina con un vecchio indianeggiante dentro e a una certa, sulla route 66, il vecchio scende e si avvia per poi sparire nel deserto.
Cioè capito, ste cose introspettive, che uno ci dovrebbe arrivare da sè al senso ultimo e che però tutto sommato è accettabile qualsiasi interpretazione perchè le esperienze che uno ha vissuto aprono frontire dello spirito e mentali differenti a seconda, e allora tutto è caos, tutto è possibile, io sono qui ma forse anche più in là, pastiglina rossa o azzurro cielo, ti chiamo io o mi chiami tu!?
Tutto questo non fa per me.



Bellissima la fotografia per carità, inquadrature prolungate di paesaggi mozzafiato, di quelle fatte apposta per lasciare spazio a quel qualcosa su cui meditare.
Ma che poi meditare su che?! Dovrei capirlo o immedesimarmi?! Io non so neanche come si mette un eyeliner, per dire.

Non dico che sia un film necessariamente brutto anzi, sono sicura che a Cannes o alla notte degli Oscar la gente applaudirà un casino, staranno in piedi per un tot, anzi non si siederanno direttamente più, ma per me non è niente di chè, niente di imprescindibile.

Siccome è tuttora nelle sale non direi sia il caso di svelarvi il finale, ma se può (magari) risparmiarvi il tutto vi conviene che lo faccia.
Finisce che st'omino tedesco viene scovato, in un container con le ruote in mezzo al deserto innevato e Cheyenne, che si era andato a comprare pure la pistola d'argento e tutto per freddarlo lì, invece di finirlo gli scatta una foto!
Il nonplusultra è quando l'omino si denuda e cammina sulla neve con le vergogne da 90enne coperte, almeno.

E niente Cheyenne torna a casa senza carrello e svoltato l'angolo si scopre che si è tramutato in Sean Penn!
L'ultima inquadratura è tipo questa, tiè.






14 commenti:

A. ha detto...

Ciao! Prima di tutto devo farvi i complimenti perchè è da un po' che vi seguo e il blog mi piace un casino!
Fatta la premessa gentile, devo dirti che non sono d'accordo: è uno dei migliori film che ho visto negli ultimi anni, l'ho trovato veramente poetico, senza mai essere pesante e con una bella dose di ironia!
Comunque i gusti sono gusti (per fortuna) ma io quando sono uscita dal cinema ero tentata di rientrare subito a rivederlo (mi rendo conto di non essere del tutto a posto)!
Ah un'ultima cosa, è l'indiano che scrocca il passaggio a Cheyenne se non sbaglio. :)

Lisa ha detto...

Io non ho visto il film, ma guardando il trailer che hai postato mi sorge spontanea una domanda:
ma nessuno di voi ha notato una certa similitudine lessicale e di intonazione tra Petrektek & Cripztak di Zelig e Sean Penn & moglie/compagna? La bionda insomma!

http://www.youtube.com/watch?v=iVeevmnxwWg&feature=related

Giuls ha detto...

il dettaglio del passaggio e sfuggito nel passaggio da cd1 a cd2 ovviamente il film l ho scaricato ;). qst spiega molte cose cmq...la recenzione e piu che altro un ammissione di colpa quindi insomma sei srnza dubbio piu a posto di me!!

QueenofCarrotFlowers ha detto...

Anch'io pensabvo fosse un film sui travestiti all'inizio, un po' della serie Breakfast on Pluto ma ben più strafatto, però ti dirò, a parte l'ultima inquadratura di cui ancora cerco il significato (e mi chiedo, ma che vor di? è la dimostrazione che lui ora ha risolto tutti i suoi problemi adolescenziali che lo tenevano legato al passato e alla sua figura da rockstar sto scrivendo a caso...) il film mi è piaciuto, è delicato, quasi avesse un tocco femminile che secondo me rende tutta la storia molto più... empatica? Mi ha commossa, Cheyenne è un personaggio al quale ho voluto davvero bene. Peccato quel finale buttato lì a caso...

Giuls ha detto...

lisa: la caratterizzazione dei personaggi mi e piaciuta molto ed ho anche apprezzato il doppiaggio di cheyenne. pero e vero fa molto Dai facciamolo qui piu intensamente che puoi!!;)
queen: il finale da il colpo di grazia pero ecco non capendo in fondo in fondo tutto il resto non mi ha sconvolto piu di tanto...poi oh sean penn nei suoi cenci nn dispiace mai!!

Cannibal Kid ha detto...

il film non l'ho ancora visto, però gran titolo e grande accostamento al tipo (o tipa?) dei tokio hotel! :D

Anonimo ha detto...

Devo dire che Sean Penn mi piace tantissimo, eppure fin dall'inizio questo film non mi ha ispirato per nulla. Me lo vedrò in streaming, prima o poi. Nel frattempo penso che rileggerò questa splendida recensione per un bel po' di volte! :)

Ladoratrice ha detto...

Ho letto la tua recensione, posso linkarla nel mio blog per scriverne una mia? :)

Giuls ha detto...

@Marco: grazie cannibale, i tuoi titoli geniali mi ispirano inconsciamente si vede...:D

@LaTimida: grazie mille, io cmq consiglio di vederlo perchè se a tutti è piaciuto senza dubbio è un film che ha qualcosa da dire, sta a voi capire cosa!! XD

@Ladoratrice: hai voglia! ;)

PS: scusate per gli orrori ortografici e simili nei commenti precedenti ma scrivevo dal cellulare, tra i tornanti dell appennino!Grandi emozioni...:D

ArcadySara ha detto...

Guarda, anche io sono solita non apprezzare ciò che viene gradito da TUTTI, debolezza mia. Ma nel caso di "This must be the place" il grande successo è più che meritato e finalmente, direi, un'opera così poetica e potente ha un approccio accattivante che viene recepito anche dal grande pubblico: è questo che ho apprezzato di più. C'è una semplicità disarmante nella storia (quindi non capisco come tu abbia fatto a non capire, scusa il gioco di parole)ma ci sta tutta, è perfetta. Il film ha un ritmo molto lento, per questo ogni frase detta da Cheyenne ti sembra che abbia il sapore di un aforisma: perchè è ben pensata, è simbolica. Si parla poco e quel che si dice è sempre importante. Non ci sono frasi buttate là o dialoghi inutili. Poi la fotografia è mozzafiato, ma su questo mi pare di concordare anche con te.
Il finale, all'inizio, ha lasciato basita anche me (amavo Sean Penn nei panni del vecchio darkettone)però, nella semplicità della storia, ha il giusto significato: lui è cresciuto, si è tolto la maschera con la quale si nascondeva e che gli impediva di crescere e superare il senso di colpa per la morte dei due ragazzini suicidatisi ascoltando la sua musica. E' trito? si, ma è raccontato bene, ed è il simbolo della sua vittoria.
Magari riguardalo. E comunque vederlo sullo schermo gigante del cinema credo sia tutta un'altra cosa, visto che la fotografia è il cavallo di battaglia di questa pellicola.

Giuls ha detto...

Ma io la storia l'ho capita. Il viaggio interiore del liberarsi dell'apatia, dello stato di trance emotiva che culmina nel non fare al cattivo di turno quello che ci si era prefissi all inizio del viaggio perchè nelfrattempo siamo cambiati...ok, e quindi!?
Diciamo che non ho un animo poetico e basta.
(che non è necessariamente vero, però data l'inflazione nell uso del termine, non posso che allinearmi...e a sto proposito vi chiedo anche cosa normalmente è definibile come "poetico".)
La prima parte del film mi è piaciuta di più perchè preludeva a qualcosa che forse mi avrebbe coinvolto, quella del viaggio mi ha seriamente annoiato semplicemente perchè credo non mi interessasse saperne di più.
Vedo che il personaggio di Cheyenne ha colpito ed emozionato in modo particolare, io non c'ho trovato niente di così interessante...ma ripeto è una questione di sensibilità e di capacità (e voglia) di immedesimarsi con lui!
Mi dispiace ma non ho intenzione di riguardarlo, credo che nn sia un film per tutti, o ti piace o stramazzi al suolo (spezzo una lancia in favore di me stessa, perchè girando un pò ho trovato molto facilmente recensioni ben peggiori della mia!XD) quindi per giudicarlo uno se lo deve vedere.

Ladoratrice ha detto...

Grazie :D

persogiàdisuo ha detto...

A me invece non è dispiaciuto. Troppo furbetto e ambiguo, ma tanto di cappello a Sorrentino che ha fatto un film decisamente americano, nel senso migliore del termine.

Artemisia ha detto...

Io mi limito a farmi spaventare dalla faccia di Sean Penn nella locandina. Terrorizzante!
E notare che dovrebbe essere un pseudo Robert Smith, che peraltro non mi spaventa affatto, anzi. Misteri del darkismo.
Mi sa che sto film è troppo, per me! Lo lascio li ad aspettare un giovedi sera triste su Sky fra due anni.
baci ragazze, vi adoro.
la Zia

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