20 maggio 2011

Nessuno si salva da solo, da questo libro

Soggetto inquisito: Nessuno si salva da solo, di Margaret Mazzantini


Come leggere un libro con la voglia di dargli fuoco.

In due parole: che palle!
Questa è la storia di una ex coppia radical chic a cena in una trattoria.
Delia nutrizionista con un disturbo dell'alimentazione, Gae(tano) uno sceneggiatore + 2 figli di cui uno l'hanno chiamato Cosmo.
Eh non lo dite a me, a sto giro in libreria ho fatto 13.

E' un libro che si inquadra subito perchè è illeggibile, sin dalla prima pagina.
Nessuna divisione in capitoli, un trilione di mini paragrafi in cui si mischiano il presente, i fashback, le frasi dette, quelle che avrebbero voluto dire, quelle che dissero 4 anni fa in un altro ristorante sul quel ramo del lago di Como, i pensieri puri e quelli impuri sulle cameriere, gli sms della nonna.
E poi un numero infinito di punti.
Mi avevano. Detto che la. Mazzantini era brava. A scrivere, almeno. A scrivere invece anche. No.
Se leggendo non vi viene una sincope potete tranquillamente gridare al miracolo.
Sono arrivata alla fine accusando strani tick e bava verdognola.
Il problema fondamentale è che non ci si raccapezza, la storia è di loro due va bene, ma dovrei capirla anch'io, eppure non c'è nessuno che me la spiega.

Altra cosa che non capisco, adesso fa figo scrivere nei libri di un certo spessore, le parolacce.
Va di moda la scurrilità, che per intendersi io apprezzo quanto il 3D.
Sembrerò una bacchettona retrograda, un'educanda e bla bla bla ma per me la cosa delle parolacce in letteratura non fa chic, non fa figo, è solo volgare.
Insomma lo dico io che sono toscana, del litorale più campanilista del mondo, dove robe del genere ce le insegnano il primo giorno di asilo nido.
Non sono esattamente una che si scandalizza, via.

Campanilismo al volo
Se mi arrubbate la foto, vi denunzio

Ma certi termini stanno meglio al bar, nel (fichissimo) Caffè di Whistle Stop appunto, perchè quando scrivo è come se ve le dicessi a voce le cose, e in più sono più che giustificate dato che io sono qui a titolo totalmente gratuito per diventare il vostro personalissimo giullare per 5 minuti, quando capita.

Tuttavia a me non piace leggere volgarità gratuite.
Soprattutto perchè le parolacce sono espressioni potentissime, che vanno sapute usare, nell'intorno e nelle frasi.
Come la vivete una cosa del genere?

"Una volta aveva provato a baciarla. Lei aveva addirittura aperto la bocca ma anche le lingue erano piene di rabbia, due spade medievali.
Come si fa a fare l'amore con il ferro? Ci vorrebbe il cazzo di Iron Man"

E questa è la prima che mi è capitata sotto mano (pag. 39), a voi non da fastidio?
A me un casino, è come sentire a un certo punto le unghie sulla lavagna.
E non state a dirmi che la crudezza della storia si ripercuote inesorabilmente sul linguaggio, sulla scelta ponderatissima del lessico, dell'endecasillabo caudato appoggiato sulla supercazzola.
E' un'uscita del tutto immotivata, evocante un'immagine di dubbio gusto.

E la storia?
Se quella di Fabio Volo era una rincorsa della felicità, questo è il manifesto dell'infelicità.
Ho capito solo che questi due pieni di problemi e totalmente incapaci di badare a loro stessi (per dire, lei anoressica che guarda il pane sul tavolo e trema!) hanno avuto la brillante idea di riprodursi, 2 volte.
Poi però si sono evidentemente lasciati e usano i figli per farsi del male.
E ora sono qui, seduti a questo tavolo senza niente da condividere, lui magna perchè sticazzi già che son qui...lei invece lo guarda incazzosa e non perde occasione per rinfacciargli questo e quello.
Ma non poteva semplicemente rovinarlo in tribunale?
No perchè io farei così.

In seconda copertina, o da qualche altra parte c'è scritto che questo libro è il ritratto di questa nostra (vostra) generazione.
Se son tutti così scartavetrati nell'anima e allegramente sconsiderati andiamo di lusso.

Dire che l'ho finito è un'offesa per i libri che ho letto veramente, sono arrivata in fondo leggendo in diagonale, evincendo il contesto quando capitava che ce ne fosse uno.
Quindi insomma non lo comprate, e se lo trovate non lo leggete.
Ah e se qualcuno vi dice che ve lo presta non è gentilezza: sta cercando di dirvi qualcosa.

Forse lo rileggerò quando avrò 40 anni, un figlio e mio marito vorrà lasciarmi.
Che tanto è come vedermi.

19 maggio 2011

Potrebbe essere peggio. Potrebbe piovere.

Soggetto inquisito: Io sono leggenda, di Francis Lawrence


Allora, io non lo so com'è il primo film, quello del 1964. La mia dolce metà ci ha provato a raccontarmelo, e con notevole entusiasmo devo dire, ma si è scontrato con la mia proverbiale assenza di sinapsi.
Non so nemmeno com'è il romanzo di Richard Matheson, apparte che i mostri non sono delle specie di zombie che bruciano al sole ma dei veri e propri vampiri. Che potrebbe essere la stessa cosa, ma non stiamo a sottilizzare.

18 maggio 2011

RecenZione: Il senso di Fabio Volo per gli autobus

Soggetto inquisito: E' una vita che ti aspetto, di Fabio Volo


Quando dico che sono sfigata, lo faccio con cognizione di causa.
Perchè ieri sono andata in libreria con la mia amica Serena (saluto Serena e tutti quelli che mi conoscono!) senza sapere cosa cercassi e mi sono ritrovata sotto gli occhi uno stuolo di copertine con scritto Fabio Volo.
Tutti Best Sellers tra l altro, non posso sbagliare, pensavo.
Al ché mi son detta che di frasi a effetto ne aveva sfornate abbastanza da essere meritevole della mia perennemente mal riposta fiducia e così, dopo essermi letta le trame, ho scelto questo.
E' una vita che ti aspetto, borbottando "eh pur'io!"
La presunzione di infallibilità è durata un nulla poichè a casa, ho scoperto essere il libro più brutto mai scritto da lui.
E non solo.

Devo dire che Fabio Volo a me non mi è mai stato troppissimo simpatico, anche quando faceva le Iene con la Ventura incinta, io preferivo Pellizzari.
Ha anche rovinato Kung Fu Panda, per dire.
Poi va bè, che altro ha fatto? insomma qualcosa ha fatto e neanche quello mi aveva impressionato.
Però ho scoperto che negli anni è diventato un cult.
Una versione per trentenni di Moccia oserei dire.

Le sue perle girano su Facebook che è una bellezza, se lo cercate nella casella apposita, vi si apre un mondo.
E io ammetto di esser stata affascinata dalla sua sensibilità, dal suo modo di farsi interprete di sentimenti e voli pindarici universalmente condivisi.
Fabio, uno di noi.
Lo ammiravo, ma mi è passata (quasi) subito.

Ho letto il libro ieri sera fermandomi un tot alla fine di ogni capitolo.
Praticamente un pit-stop ogni 15 pagine.
Mica male.
Quando l'ho finito mi sono sentita in qualche modo sbagliata.
Ho avvertito subito l'irrefrenabile istinto di scrivere una recenZione, ma non ne avevo il coraggio.
Ma come, Fabio Volo?
E tutte quelle pagine di Facebook?
Le mie amiche impazzite per te? Per le tue frasi struggenti che persino io in tempi bui non avevo esitato a condividere sospirando "quantèvvero!".
Tutti i maschi del mondo dicono che sei frocio per questo, spero tu lo sappia.


Dove sono queste perle, le elucubrazioni che fanno riflettere?
Forse negli altri tuoi 15 libri, perchè qui fai spavento.
Le poche che c'hai messo l'hai copiate a Oscar Wilde, e in generale su 179 pagine ci saranno 20 righe meritevoli, ma sono appunto un collage di luoghi comuni e Baci Perugina, Fabio.

Ma soprattutto la trama non esiste.
Di cosa volevi parlarci Fabio? della depressione, di te, del tuo alter-ego, di uno che non esiste, del tuo amore riscoperto per il pistacchio.
Il tuo protagonista è infelice perchè non fa altro che ripassarsi donne, fumare, farsi le canne, ha persino un lavoro.
Che vita grama, se uno ci pensa.
Allora inizia il viaggio interiore che (solo) per lui corrisponde alla ricerca della felicità.

Ciò comporta liste infinite di canzoni che saranno magari bellissime ma che io non conosco, e che quindi per quanto mi riguarda, non esistono.
L'umorismo inglisc tipo:
"ho trattato le donne come fiori, sono intervenuto nella loro crescita come il concime, sono stato spesso un uomo di merda".
"più che un husky era un'huskifezza"


No aspè, sarai mica troppo divertente?

Pagine di menate sul migliore amico, di quella volta che dormirono in tenda e al mattino scoprirono di averla montata su una rotonda.
Che provincialismo Fabio.
Dell'apologia del fumatore medio, che si rolla il cannone di maria e fa pace con Dio, o che il sabato mattina rompe le palle al fornaio per aiutarlo a fare il pane.
Ma capitoli interi dedicati a certe cose.
E la soluzione a tutti i suoi problemi compare nelle ultime 3 pagine mentre si ripassa la fioraia.

Non te la prendere, ma è proprio un colabrodo.
Mi è risultato assolutamente pesante, scritto in maniera semplicistica, ed estremamente poco curato nel lessico ma soprattutto nella punteggiatura.
Io non sono una scrittrice e non ne so nulla, ma in certe situazioni se avessi messo un punto e a capo avresti ottenuto un'enfasi della madonna, invece si assiste a un vomito continuo di parole su parole che alla fine le leggi per inerzia perchè ormai ci sei e devi arrivare alla fine.
Ma sennò.
E man mano che andavo avanti con la lettura mi preoccupavo perchè eravamo arrivati a 3/4 del libro e ancora non era successo un cazzo.
Mi sono ritrovata a sperare in un omicidio nell'ultimo capitolo, per dare un senso a tutte le parole che mi ero ciucciata fino a quel momento.

Questo per dire che se scrive lui, possiamo scrivere tutti e non sto esagerando.
Qualcuno l'ha definita una scrittura da blogger, ma sticazzi.
Gente tipo Chinaski77 e Livefast, Fabio Volo lo buttano giù con l'aperitivo.
Leggo blog di ragazzi che se si mettessero in testa di scrivere un libro farebbero un favore all'umanità, quindi per favore non cominciamo a offendere.


Sentenza: 5 ovvero, film, tv, radio, libri Fabio non sarebbe meglio farne una ma come si deve?

13 maggio 2011

Sono Thor, quello della Bofrost!

Soggetto inquisito: Thor, di Kenneth Branagh


I film tratti da fumetti, libri, canzoni per quel che mi riguarda partono con un grosso handicap.
Ma per Thor le cose sono peggio.
Perchè Thor è innanzitutto, un film in 3D.
La mia idiosincrasia per il 3D nasce sostanzialmente dal fatto che sono miope, molto miope (e anche un paio di altre cose) e per il fatto che nel 90% dei casi è preso e messo lì per darti l’impressione che una freccia o il cofano di una macchina o un mandarino, ti si conficchi davvero in fronte quando poi in realtà stupidino non è mica possibile, siamo al cinema.

Ommioddio, è così...probabile!!

Per dire, se è una moda fantastico, fatevela passare altrimenti se io poi un film me lo scarico nessuno mi deve rompere i coglioni.
Perchè voi mi dovete spiegare come faccio a guardare un film, che mi è peraltro costato 8 euri e la benzina per arrivare al cinema, con dei filtri neri recanti ditate altrui, sopra ad altri occhiali che grazie a meccanismi a me sconosciuti fanno sì che la luce e le immagini, in seguito a capriole e salti nel fuoco arrivino in un certo modo alla mia retina.
Così, ieri sera mi sono vista 2 ore di film con la parte inferiore dello schermo totalmente coperta dal riflesso delle mie guance in quei cazzo di occhialetti.
E’ una cosa che farebbe venire il malditesta a chiunque.
Che poi dici paghi di più epperò gli occhiali te li tieni, NO!
Ti aspettano fuori con la bacchetta e la manina tesa.

E poi il 3D tira fuori il peggio di me.
Per esempio a un certo punto succede che per non so quale motivo, Thor si aggira a petto ignudo per un tempo infinito (2 minuti).
Va detto che Thor è ottenibile piazzando la faccia di Brad Pitt sul fisico di Undertaker, il risultato sono dei bicipiti imbarazzanti, un numero sovrumano di capezzoli e giuro, almeno un paio di tartarughe.
Ecco qui ho perso interi dialoghi, punti salienti senz’altro.

“Secondo te, cosa sta dicendo?”
“Macchemmefrega!”

Se Thor fosse un bel film, direi che non lo è anche solo per questo motivo, in realtà mi va di lusso perchè posso dire la verità, è mediocre a prescindere.
Adesso io non lo so il fumetto, chiamate un nerd, un fumettaro o che ne so, a farvi una recenZione seria, io che sono un’ignorante presuntuosa vi dico che se siete della mia stessa parrocchia, questo film non vale i vostri soldi.

Uno dei tanti motivi è che è tutto un clichè.
Odino c’è.
E’ mezzo ciecato, ed è nemico giurato di gente blu.


E ha 2 figli di cui uno lo si identifica subito come clamoroso corno.


Il primogenito biondo (tinto), perfetto e legittimo in realtà è un cazzone che fa la cappella di andare a muovere guerra a quelli blu, il padre scazzato allora tira la catena e lo manda sulla terra dove, con una facilità impressionante, si innamora di una pseudo-scienziata dopo averle scarabocchiato il quaderno, intanto il fratello moro e illegittimo trama alle sue spalle per poi morire facendo una faccia degna della miglior Barbra.


Thor allora torna su col martello e tutto, e vive felice e contento ma senza la scienziata, che però continuerà a cercarlo perchè una martellata non le avrebbe fatto schifo.


Poi va bè intorno ci sono dinamiche interessantissime tipo l'infarto di Odino, gli amici di Thor che scendono vestiti da cosplayers dei Power Rangers per salvarlo da un uomo di latta chiamato con uno slancio di creatvità "il Distruttore" che alla fine viene accartocciato come una lattina di Pepsi dal solito martello.

...shono Maciste!

Ma in pratica non muore nessuno, a parte il fratello suicida.
Che poi m'ha fatto una tenerezza infinita, cioè stava a rosicà perchè era adottato però insomma, poverino!
Il momento più toccante? Quando il ponte tra Asgard e gli altri mondi viene aperto come una mela e il portinaio rimane senza un'occupazione.
Alla fine non dico che il film è fatto male, solo che è telefonatissimo, banalotto e scontato. Come se facessero che ne so, un film sull'eterna lotta tra Hello Spank e Mini Pony.


Sentenza: 6,5 ovvero però quando è uscito con la camicia da boscaiolo ero perdutamente sua!

2 maggio 2011

Quello che i Caffè non dicono - Collezione primaverile

Soggetto inquisito: Tu, di Voialtri

Sì, ancora tu.
Ma non dovevamo vederci più?


Noi fichissime si pensava che un post all'anno sulla vostra idiozia potesse anche bastare.
Quanto ci sbagliavamo!
Ora più che mai siamo consapevoli delle illimitate possibilità della mente umana.

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