28 maggio 2009

Tutto par possibile a chi crede

Soggetto inquisito: Angeli e demoni, di Ron Howard




Non starò qui a far finta di essere una che di Dan Brown ne capisce e lo apprezza.
Nient'affatto.

Ho provato innumerevoli volte a leggere "Il codice Da Vinci" e ad ogni tentativo, verso pagina 30 iniziavo a pensare: "Guarda te se con tutto quello che ho da studiare, devo anche star qui a ricordarmi tutti i minuziosi dettagli sennò non ci capisco nulla poi dopo...".
E lo riponevo così da garantirgli il suo strato giornaliero di polvere.

Il film, me lo sono visto in una calderrima sera d'agosto, in uno di quei cinema all'aperto, su una sedia di vimini intrecciata, senza braccioli.
Il cilicio del biondino anemico, a vederlo mi dava quasi sollievo.

Inutile dire che l'uscita di "Angeli e demoni" non mi ha fatto nè caldo nè freddo. D'altra parte Pisa city by night (anche by day, peraltro) non offre molto, e il cinema una volta all'anno posso ancora ancora permettermelo.
Per cui è lì che decido di investire i miei ultimi risparmi.


Inizio spettacolo
: 22:30

Durata della pellicola
: 2 ore e spiccioli.

Aria condizionata: Off
Entrando mi sono fatta il segno della croce...all'uscita ho pensato che forse non era il caso...


Angeli e demoni, e così sia.

Da profana, devo dire, mi è piaciuto molto.

La trama, per me fino ad allora sconosciuta, è stata una piacevole ed avvincente sorpresa.

Scorrevole e con colpi di scena degni di tale nome il più delle volte.

Mi ha schifato, divertito, meravigliato nei giusti modi e nelle giuste dosi.


Sarà che vengo dalle letture targate Meyer, e basta poco a soddisfarmi, però non posso proprio parlar male di questo film.
Le spaventevoli 2 ore, sono letteralmente volate.


Due ma proprio 2 parole sugli interpreti.

Tom Hanks per me è una presenza edificante.

Una specie di babbo, quando lo vedo sullo schermo sto tranquilla, che tanto ci pensa lui.

Lo stesso posso dire per Favino, quasi una garanzia di qualità, ma per l'amor del cielo, qualcuno gli affianchi uno di mestiere in sala doppiaggio!
Ewan Mcgregor per quanto capacissimo, non ce l'ho visto tanto bene nel ruolo di camerlengo...si vede che un belloccio ci andava infilato
!

Purtroppo di questo film non se ne può parlare senza rompere le uova nel paniere a qualcuno, quindi per evitare il rischio spoiler non ne parlo per niente.
Farei però notare un mio inquietante giudizio positivo...fossi in voi avrei paura!


Sentenza: 9 ovvero, questo me lo rivedrei volentieri, anche su una sedia di vimini

21 maggio 2009

Follia? No, questo è Star Trek!

Soggetto inquisito: Star Trek XI, di J. J. Abrams



Avvertenza: questo post parla di una nerdata di prim'ordine, se la cosa dovesse disturbarvi è consigliabile non andare avanti con la lettura.

C'era una volta, in un paese lontano lontano, un signore che si chiamava Gene Roddeberry. Negli anni '60 egli ebbe un'idea, anzi, ebbe L'Idea. Questa Idea ebbe così tanto successo che influenzò 3 generazioni e ancora oggi è al centro dell'attenzione.
Stiamo parlando di Star Trek.
Dopo 5 serie televisive, una serie animata, 10 film, 9 libri, innumerevoli giochi di ogni genere ed associazioni di trekker sparse in tutto il mondo, non c'è bisogno di spendere molte parole in merito al fenomeno, no?
Allora possiamo occuparci del soggetto in questione, ovvero l'undicesimo film.

Star Trek XI non è come me l'aspettavo. A dire la verità, non sapevo bene cosa aspettarmi: anche se ero impaziente di vederlo, non ho fatto la solita minchiata di andare a cercare informazioni in rete spoilerandomi l'intera storia in due righe.
Quello che sapevo - e che tutti sanno - è che racconta del periodo appena precedente
The Original Serie, ovvero narra le gesta dei nostri eroi dalla loro infanzia alla loro prima missione come giovani cadetti della Flotta Stellare.
Una cosetta tranquilla e banale, no?
No.

Praticamente non posso raccontarvi altro o rischio di incorrere in spoiler, quindi termino qui di commentare la trama e passo ai personaggi.

Nero a.k.a. Eric Bana a.k.a. l'antagonista: personaggio complesso e inaspettato, principalmente per le motivazioni che lo spingono ad agire e che lo rendono differente dal solito cattivone di turno, ma anche perché vista la data stellare tutti si aspettavano un nemico klingon e invece...!
Un plauso a Bana per esser riuscito ad interpretare così bene un personaggio cattivo, cosa sulla quale pochi scommettevano - me compresa.
Una chicca: il doppiatore è Adriano Giannini, e non dico altro.

James T. Kirk a.k.a. Chris Pine a.k.a il protagonista
: 10 punti a Pine solo per aver avuto il coraggio di affrontare una prova quale confrontarsi con William Shatner (chissà se è rimasto soddisfatto dell'interpretazione o se il suo ego non gli ha permesso di riconoscere la bravura del ragazzo?), col quale ha anche una sotraordianaria somiglianza fisica.
Il suo Kirk è - a ragione - ancora più sopra le righe dell'originale, ma ci sta da dio!

Spock a.k.a. Zachary Quinto a.k.a. il coprotagonista maschile:
50 punti a Quinto, perché se ci vuole coraggio a confrontarsi con Shatner, ci vogliono delle contropalle cubiche con supercazzola vulcaniana e scappellamento a destra per confrontarsi con Leonard Nimoy, in particolare se ci devi recitare anche insieme!
Ha interpretato uno Spock paraticamente perfetto, sotto ogni punto di vista, compreso il suo tipico, inimitabile fascino da U.R.D.L.G. (= Uomo Robotico Distaccato Letale e Gnocco).
Molto interessante, in particolare, la sua interpretazione della lotta interiore che lo affligge costantemente a causa del suo miscuglio genetico.

Nyota Uhura a.k.a. Zoe Saldana a.k.a. la coprotagonista femminile: forse il personaggio meno simile all'originale, ma non per questo stonante col resto del gruppo.
Dimenticatevi la simpatica, procace, affascinante Nichele Nichols, la quale - diciamoci la verità - per quanto valorizzata anche per il suo lavoro, era stata messa lì per ragioni principalmente estetiche... qui ci troviamo di fronte ad una intelligente, decisa, studiosa promessa della xenolinguistica, la cui bellezza fa solo da contorno ad un personalità più moderna e accattivante rispetto alla Uhura anni '60.

Spock Prime a.k.a. Leonard Nimoy a.k.a. la guest star: non so cosa dire... cioè, mettetevi nei miei panni e, con schiettezza, ditemi come si fa a commentare Nimoy?!
Ha una piccola parte, ma appena compare sembra - per usare una formula antiquata ma efficace - che riempia da solo tutto lo schermo!
Star Trek è letteralmente il suo mondo: vi si muove come se ci fosse nato... scommetto quello che volete che tra qualche anno i vulcaniani prenderanno contatto con noi, rivelandoci che Nimoy altro non era che un loro osservatore sulla terra.



Long live and prosper!




Sentenza: 10, ovvero l'ho visto già due volte e ho intenzione di fare il tris!

18 maggio 2009

Breaking Dawn: un libro non definibile tale

Soggetto inquisito: Breaking dawn, di Stephenie Meyer



Ed eccoci ingloriosamente giunti al capitolo conclusivo (ma non ci giurerei...) della saga di Tuailait.
E quale finale è geometricamente più appropriato per coronare cotanto amore!? Un giusto, conciliante, classico, matrimonio.
Essì, essì.
Edward e Bella si sposano, kecccarini!
Cerimonia ridondante, tutto bello, tutto perfetto insomma, la cerimonia di nozze che ogni ragazzina emo e non, desidera.

Non da meno si rivela essere la luna di miele, che i due trascorreranno su un'isola deserta di proprietà della famiglia Cullen...

A questo punto, se la natura mostruosa di Edward ci era già ben nota, si fa largo l'indole ninfomane di una Bella che non ti aspetti.

Per farla semplice: Edward sta al sangue, come Bella sta al sesso.
La ragazza è un'ormone che cammina.

E va bene che
Edward è uomo d'altri tempi, però insisti insisti la carne è debole e il vampiro non è di carne, però è uguale, e le si concede.
Ora, la Meyer ci insegna che a essere vampiri ci si guadagna un kasino, si diventa fighi una cifra ecc...ma si perdono i fluidi corporei uno su tutti, il sangue.

Detto questo, ne deriverebbe un'impossibilità a rianimare apparati arteriosi al di sotto dell'ombelico...ma per lui no, altro che impotenza!

"Eppur si muove!"
Griderebbe qualcuno.
Non solo si muove, ma sticazzi, fa anche danni!

E così la Meyer, al grido di "La biologia per tutti!!", fa sì che Bella rimanga incinta.

Tra l'incredulità generale, la ragazza viene ospitata dai Cullen, e al padre la cosa viene venduta che tipo la figlia ha preso un virus brasiliano e deve stare in quarantena...lui giustamente non si scompone e non si recherà mai a portare alla figlioletta nemmeno un salutare brodo di pollo.

Jacob che invece è il più intelligente della baracca, si reca a villa Cullen dove gli si palesa che non solo la sua amata si è data da fare, ma che sta anche per tirare il calzino dato che il figlioletto la sta devastando dall'interno.
I vampiri saranno ganzi quanto tardi: in 7 dico 7, di cui uno pure dottore da secoli, non riescono a evincere che il bambino sta distruggendo la madre per la sete di sangue!

Ci arriva anche un cane, infatti è Jacob che scodinzolando, da la soluzione.


Siccome da qui la questione si risolverebbe in 10 pagine, come nei telefilm viene inserita la puntata-musical per allungare il brodo, qui viene inserito il
ri-racconto di tutta la vicenda dal punto di vista di Jacob.
Deo gratiae per non averci sottoposto al racconto di nausee e contrazioni di Bella.
Non avrei retto.

Finchè la creatura viene al mondo, ovviamente in modo tragico...così come il nome affibbiatole: Renesme Carlie Cullen, per gli amici Nessie.

Come se questa bambina non avesse già abbastanza problemi.

A poche ore di vita infatti, per un fenomeno biologico adattato alla ben e meglio, è già fidanzata in casa con un licantropo.

Se non è sfiga questa...


Ma torniamo a bomba.

Bella è agonizzante, noi pure...sicchè
Edward per salvarla è costretto a iniettarle il veleno.
Così, care le mie Twilighters, dopo 3 libri e una rottura di maroni non indifferente, Bella diventa una vampira!

Che ve lo dico a fare, sarà la più bella, la più elegante, aggraziata, forte e controllata dei vampiri neonati mai esistiti sulla faccia della terra.

Tanto che manda in sbattimento pure Jasper, la cui esistenza trovava giustificazione solo nel tenere sotto controllo le emozioni altrui.

Dopo aver visto lei, considera il suicidio.


E Charlie?! Niente, non un lamento, non un'obiezione.

Va tutto bene.

Come dici tesoro, hai sposato uno che potrebbe essere tuo nonno a 19 anni? Ah eh certo...è un vampiro! Oh, e anche tu sei un vampiro ora? Hai anche avuto da lui una bambina senza dirmelo?!

Ma figlia mia, perchè ti affanni?! Fossero questi i problemi...


E vissero tutti felici e contenti...EHNNO!

Ecco da qui non c'ho più capito un tubo.

Inizia tutta una serie di nomi impronunciabili di vampiri di altri clan che raggiungono casa Cullen per proteggere la bambina dai Vulturi.

Ho capito solo che una rosicona vede la bambina cacciare con Jacob e denuncia la sua esistenza, illegale secondo lei, ai pisani.

Trecento forse più, pagine in cui si descrivono le strategie di battaglia in previsione di un Armageddon dei vampiri.

Inizialmente annoia, poi la cosa ti gasa un casino, perchè pensi di vedere finalmente un pò di sana azione, combattimenti, addii, scene struggenti, non lo so, qualcosa!!!

E invece...chiacchiere.

"Prego accomodatevi, cosa vi porto?!"

"Tarallucci e vino per tutti!"


E vivranno davvero felici e contenti.

Alè!

Altro finale con contentino, scontato, insignificante, dolcemente stucchevole.

In perfetto "stile Meyer", insomma.

Senza offesa per lo stile.



Sentenza: 5 ovvero,
Stephenie non premurarti di farci avere loro notizie in futuro. Se dici che sono felici e contenti ci crediamo.



13 maggio 2009

Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo.

Soggetto inquisito: X-Men le origini: Wolverine, di Gavin Hood




Premessa - ovvero "come rendere ovvio che questa recensione non sarà esattamente obbiettiva":
1) Sia chiaro che non ha avuto assolutamente il minimo peso il fatto che per metà del film Hugh Jackman, con la sua barba incolta e i capelli scarmigliati, lancia sguardi biechi alla telecamera, e che per l'altra metà del film corre qua e là mezzo nudo e sudato trucidando i cattivi in un turbinio di lame, sangue e forza bruta (Freud avrebbe avuto molto da cogitare).
2) A titolo di cronaca, ciò che mi ha spinto a vederlo è la pura e innocente necessità di informazioni: dopo 3 film in cui vigeva il Mistero Quasi Totale sul suo passato, non potevo non placare la mia curiosità sulle origini di Wolverine vedendo questo prequel/spin-off, tutto qui.
Davvero!

Vabbè, non sono brava a mentire...

Allora, a mia discolpa dirò che è palese il fatto che gli autori abbiano giocato sul personaggio di Logan per renderlo il più erotico possibile, in modo da attirare non solo i soliti 4 nerd che vanno a vedere i film per criticare le differenze con i comics e i ragazzini assetati di violenza, ma anche il pubblico femminile.
Provare per credere: chiedete ad una qualsiasi creatura di sesso femminile tra i 14 e 74 anni, e saprà ripetervi come un mantra vita, morte, miracoli, altezza, peso corporeo, taglio della barba, piega dei capelli, lunghezza delle lame (e a questo punto farà commenti lascivi rievocando la scena di Rogue involontariamente trafitta), lega metallica dell'adamantio e abbigliamento di Wolverine. Dopodiché chiedetele cosa sa di - chessò? - Nightcrawler, e vi fisserà con sguardo ebete.

Ma adesso smettiamola di sospirare, gentili lettrici, e di sbuffare, gentili lettori, e veniamo alla vera e propria recensione.
Mi scuso in anticipo ma, per evitare di spoilerare troppo, dovrà essere necessariamente stringata e tagliuzzata qua e là.

La storia narra le vicende di Logan/Wolverine dalla sua infanzia, quando ancora aveva un nome normale e una famiglia, fino agli eventi che lo portarono alla totale perdita della memoria.
Scopriamo così la sua età effettiva, le sue vicende famigliari (che sembrano uscite da un Harmony, perché nessuno mi ha mai detto che esiste una collana
Harmony Mutanti?), il quando-dove-come-perché i suoi poteri si sono manifestati per la prima volta, e tutto quello che ha fatto e chi ha incontrato nella sua lunga vita.
Ci vengono inoltre spiegati esattamente i retroscena del famoso esperimento che lo portò ad ottenere l'invulnerabile scheletro di adamantio. E qui c'è un colpo di scena, perché... *rullo di tamburi*... sì, Logan perse la memoria in quel frangente, ma non
a causa dell'esperimento... paura, eh?!

Jackman è bravo, come al solito. Vedendolo in altri film quasi non sembra che sullo schermo ci sia lo stesso attore!
Attraverso le esperienze che vive e le scelte che fa, il suo Logan mostra delle sfaccettature che chiariscono meglio il personaggio, nel quale si immedesima molto bene. Basti pensare che riesce a far comprendere, senza diventare patetico, le difficoltà che il personaggio ha sempre avuto nel cercare di avere una vita normale a dispetto della sua stessa natura. Il titolo della recensione rievoca proprio quello che sembra un ciclico, drammatico ripetersi degli eventi nella sua vita, nonostante lui cerchi di cambiarla con tutte le sue forze.
Infine, ho apprezzato come è stato gestito il passaggio traumatico dal Logan consapevole al Logan senza memoria.

I personaggi secondari sono numerosi.
Ne conosciamo alcuni che, per vari motivi, non compaiono negli X-Men ambientati circa 10 anni dopo. Altri personaggi invece vi compaiono e qui scopriamo le circostanze in cui hanno già intrecciano la loro vita con quella di Logan. E infine conosciamo anche dei personaggi che forse - come spera più di qualcuno - un giorno rivedremo: Remy LeBeau alias Gambit, per citarne uno.


Ma... non è finita qui!
Ebbene sì: è previsto un sequel. Dovrebbe uscire nel 2011 e chiarire cos'ha combinato il nostro Logan nel periodo tra la perdita della memoria e l'incontro con gli X-Men.

Vi ho incuriosito? E pensate che la 20th Century Fox non mi paga nemmeno!



Sentenza: 7.5, ovvero quasi perfetto, aspetto a dare un giudizio definitivo quando vedrò la seconda parte

11 maggio 2009

No, non ho detto gioia...ma noia,noia, noia!

Soggetto inquisito: Eclipse, di Stephenie Meyer



Io penso di aver capito qual è il problema.
La Meyer non è una scrittrice, fondamentalmente è una studentessa universitaria...impreparata...in Erasmus in Lettonia...chiamata alla lavagna...dal prof di meccanica quantistica...quando lei ha fatto il classico.
Non sa cosa dire.
O meglio, non sa dove vuole arrivare.

E questo è Eclipse.
Una roba fatalmente disarmante.
Se ai 2 precedenti tomi potevo almeno concedere il dono della scorrevolezza, lo stesso non posso dire di questo.

I primi 3 capitoli non passano mai, vengono in pratica riassunti gli eventi passati e ci si rimugina su.
Parti mentali per qualsiasi cosa, parole parole parole.
Più che un libretto per ragazzine, sembra una puntata di Sottovoce con Marzullo: si faccia una domanda e si dia una risposta.
Il fatto è che sia della domanda che della risposta, a noi non ce ne sbatte.
Che dobbiamo fà?!

Tiriamo innanzi, e da Sottovoce passiamo all' Amarcord o a Meteore, se preferite.
I vampiri narrano i loro trascorsi: dov'erano, chi erano, e perchè oggi sono qui.
Questa devo dire, è forse la parte che ho retto meglio e che riesce a trasmettere qualche emozione.
Non accadrà mai più.

Inizieranno a piovere balle spaziali, tipo quella dell'imprinting.
Già, perchè se a una bimba minkia una qualche definizione annacquata e comunque sbagliata, del suddetto fenomeno etologico, gliela puoi dar a bere, alla sottoscritta aspirante etologa, anche no!

Un ragazzo...oddio, ragazzo...licantropo di 17 anni avrebbe il colpo di fulmine per una bambina di nemmeno 1 anno...ho riso tanto che mi sono rifatta gli addominali.
Ma d'altra parte, quella povera ragazza alla lavagna, qualcosa doveva pur dire...

Per il resto le cose non cambiano molto, Bella è sempre l'anticristo della coerenza e del sentimento noto come amore e gli ometti sono antitesi di loro stessi...'na chiavica insomma!
Persino l'ironia è sprecata.


Sentenza: 4, ovvero l'espressione massima del parlarsi mezzora per non dirsi un cazzo!
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